Non possiamo sapere cosa ci riserva il futuro: Residenza Arcadia - Daniel Cuello

Titolo:
Residenza Arcadia
Autore:
Daniel Cuello
Editore:
BaoPublishingPrima edizione: maggio 2017
Residenza Arcadia è la storia di un microcosmo, un
condominio nel quale si svolgono –quasi- tutti gli eventi senza soffocarvi
dentro il lettore. Una rugosa rosa di personaggi, i vecchietti che abitano la
residenza, vive in questo spazio limitato e si apre all’esterno
sono nel momento del racconto, con più o meno malinconia, degli eventi del passato. Se la Residenza è il presente e la contingenza delle vite dei suoi
inquilini, la durezza dei loro volti segnati dal tempo trascorso, l’esterno
viene presentato al lettore come il tempo passato e, simmetricamente, in un paradossale rapporto tra ciò che è dentro e ciò che è fuori, l’interiorità degli individui.
Ciò che accade e che è accaduto fuori dal condominio, infatti, consente al
lettore di conoscere meglio l’interiorità dei personaggi.
Una delle caratteristiche più appaganti di questo graphic
novel è la scelta cromatica. Ogni colore scelto per gli interni degli
appartamenti e per i vestiti dei personaggi è legato alla personalità del
personaggio stesso: Marta.. “con la i!”, Mirta è azzurra, di una tonalità
fredda, ostile, come il suo modo di rapportarsi con gli altri, mentre Dirce è
(fastidiosamente) viola, Dimitri è giallo, e il Facente funzioni e gli
spazi “neutrali”, come le scale, sono sui toni del marrone. Questo uso dei
colori aiuta ad entrare maggiormente in contatto con i personaggi che tramite
dialoghi ironici e battibecchi riescono a distrarre il lettore da una
sensazione di “assenza” che, nella realtà dei fatti, accompagna tutta la
storia. Si parla di qualcosa che non c’è, ma di cui si riesce a percepire la
tensione, un partito gestisce e opprime e sottrae ed è proprio la sottrazione,
l’assenza che si cela dietro ai dolori dei protagonisti.
Un'altra nota interessante, citando una frase detta all’incontro con l’autore al quale
ho partecipato, una delle cose più preziose di questo volume è il fatto che
tutto “sia stato pensato per Residenza Arcadia”, dallo stile delle vignette,
al font (il Cuello font, fatto dal grafico di Bao Publishing e basato sulla calligrafia
di Daniel Cuello), al titolo in copertina che è stato disegnato dall’autore stesso.
La durezza del fare burbero degli anziani è descritta in un
delicato racconto della quotidianità che diverte e commuove, l’equilibrio della
Residenza viene sconvolto dall’annuncio dell’arrivo di una nuova famiglia di
inquilini che hanno qualcosa (a cui non si fa cenno esplicitamente) di diverso,
non accettato dai vecchi residenti. Cuello gioca con l’ironia, con la minaccia
dell’assenza, ma anche del possibile arrivo di qualcosa di nuovo, con personaggi
restii ad aprirsi al cambiamento malgrado sia per loro inevitabile coinvolgendo il lettore in una storia che sa divertire, ma anche far stringere il cuore.
E nel caso abbiate ancora dubbi a proposito di Residenza
Arcadia, vi invito a guardare il Cliff di Daniel Cuello a fine volume,
adorable.
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